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30 Luglio 2020
“Delitto Neruda” a “Velletri Libris”: con Roberto Ippolito e Paolo Di Paolo alla scoperta del poeta di bellezza e impegno civile fra il mondo e il Cile
3 Agosto 2020
Subito nel mirino. La poesia è creata sovversiva. Pertanto viene violata tragicamente dalla dittatura di Augusto Pinochet appena insediata. È questo un tema centrale del libro di Roberto Ippolito “Delitto Neruda”, pubblicato da Chiarelettere: l’autore lo presenterà conversando con Paolo Di Paolo nella serata di “Velletri Libris”, domenica 2 agosto 2020 nel Chiostro della Casa delle Culture e della Musica di Velletri.
Con un’incalzante narrazione e seguito a vaste ricerche internazionali, Roberto Ippolito ricostruì la fine della poeta avvenuta il 23 settembre 1973. Arrivando alla conclusione che Pablo Neruda non è morto di cancro, come scritto nel registro civile di Santiago. Sulla copertina di “Delitto Neruda” si legge: “Il poeta premio Nobel ucciso dal golpe di Pinochet”. E sulla fascetta ci sono le parole del nipote Rodolfo Reyes: “Il mondo deve sapere la verità sulla morte di mio zio Pablo”. È dunque densa di letteratura e tocca una terribile parte della storia del novecento la conversazione in programma domenica 2 agosto per “Velletri Libris” tra Ippolito e Di Paolo. “Evasori” con Bompiani “,” Ignoranti “e” Abusivi “con Chiarelettere; è giornalista e promotore di eventi tesi a portare la cultura tra la gente nei luoghi più vari. Il secondo è l’autore, tra gli altri, dei romanzi Lontano dagli occhi ”e“ Mandami tanta vita ”, finalista al Premio Strega, entrambi Feltrinelli; ha lavorato per la tv e il teatro in particolare con” Il respiro leggero dell’Abruzzo “scritto per Franca Valeri. “Delitto Neruda” fa rivivere e conoscere quello che è accaduto, mettendo insieme gli episodi, i versi, l’allegria e l’orrore. L’instaurazione della dittatura militare di Pinochet, in Cile, l’11 settembre 1973, è la fine di un sogno. I casi di Pablo Neruda sono devastanti, i suoi libri incendiati nei falò per le strade. Ovunque terrore e morte. Perfino la poesia diventa un nemico. A dodici giorni dal golpe che depone l’amico Allende, il premio Nobel per la letteratura 1971, la poeta dell’amore e dell’impegno civile, amato nel mondo intero, muore nella Clinica Santa María di Santiago. La stessa in cui, anni dopo, morirà avvelenato anche l’ex presidente Frei Montalva, oppositore del regime.Il decesso di Neruda, attribuito ufficialmente a un cancro alla prostata, Ippolito ha raccolto le prove sostenibili, gli indizi e il movimento della multa non naturale di Neruda, sulla scorta dell’inchiesta giudiziaria volta ad accertare l’ipotesi di omicidio, e per questo contrasto in ogni modo da nostalgici e negazionisti. Per la sua drammatica ricostruzione, illustrato in “Velletri Libris” con Paolo Di Paolo, l’autore è avvalso di una vasta documentazione proveniente dalle fonti più disparate: archivi, perizie scientifiche, testimonianze, giornali cartacei e on-line, radio, televisioni, blog, libri, in Cile, Spagna, Brasile, Messico, Perù, Stati Uniti, Germania, Regno Unito e Italia. Il libro è scritto con il rigore dell’inchiesta e lo stile di un thriller mozzafiato. Protagonista, una figura simbolo della lotta per la libertà, non solo in Cile, vittima al pari di García Lorca, suo grande amico e illustre poeta, ucciso dal regime franchista. “Delitto Neruda” raccoglie i forti apprezzamenti di tutti gli ambienti culturali. Quelli degli scrittori Giancarlo De Cataldo e Diego De Silva, lettori in anteprima, sono sulla quarta di copertina Dice De Cataldo: “Chi uccide un poeta uccide la libertà. Roberto Ippolito firma un’inchiesta stringente e appassionante sulla misteriosa morte di Pablo Neruda ”. Osserva De Silva: “Ippolito raccoglie i fatti e li processa, li ricompone, li inchioda. Sembra di essere davanti a una fedele applicazione del principio pasoliniano del sapere fondato sulla ricerca intellettuale. Solo che qui ci sono anche le prove ”