Concita De Gregorio a Velletri Libris tra politica e narrativa ha presentato “Nella notte”: “Cosa fa la differenza oggi? La conoscenza”
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18 Giugno 2019Un libro lucido, preciso e interessante: “Nella notte”, edito da Feltrinelli, è l’ultima fatica letteraria della giornalista e scrittrice Concita De Gregorio. Il romanzo indaga una delle notti più strane della repubblica italiana, quella della mancata elezione a presidente di Pegolani: il tutto dal punto di vista di Nora, una giovane e integerrima ragazza che si trova catapultata, proprio studiando questo episodio della vita politica raccontato nel romanzo, in una dimensione tutt’altro che limpida. Ne abbiamo parlato, prima della presentazione a “Velletri Libris”, con l’autrice che ha gentilmente rilasciato un’intervista in esclusiva per l’ufficio stampa Mondadori Bookstore Velletri.
Concita De Gregorio, studiando in un campo universitario Nora si trova proiettata in una realtà che forse non si aspetta. Come reagisce a questa nuova dimensione?
Nora ha studiato, con la sua tesi di dottorato che si intitola “Nella notte”, la mancata elezione di un presidente della repubblica. Il suo relatore, un personaggio che scopriremo essere ambiguo e che da subito si presenta tale, ha tolto dalla tesi un capitolo dicendole che non c’entra con la trattazione. Lo ha etichettato come un caso di cronaca che distoglie dall’attenzione della tesi. Dopo questo episodio, il professore propone a Nora di lavorare in un centro studi. Lei ovviamente accetta, come farebbe qualunque studentessa a cui viene proposto un lavoro, ma già dal colloquio capisce a pelle che questo centro studi altro non è che una centrale della fabbrica del fango, un centro di dossieraggio come ce ne sono tanti. Sono infatti numerosi i centri studi o le fondazioni che nascondono attività di intelligence o a fini di ricatto. Nora è sul punto di tirarsi indietro, ma proprio in quel luogo incontra Alice.
Proprio Alice, una sua cara amica, condividerà con Nora questo percorso: cosa rappresenta questa ragazza?
Alice è l’amica di infanzia di Nora, inoltre è la fidanzata del presidente di questo centro studi, che a sua volta è nipote di un presidente della repubblica. Questa figura rappresenta il modo di entrare nella costellazione familiare del potere, sempre molto interessante e strutturata.
Molte recensioni pongono l’accento sul fatto che la protagonista si trovi ad indagare sul potere e poi, di conseguenza, su stessa. Quale indagine è più dura?
È molto difficile stabilire nelle nostre vite che si dispiegano e avvengono in un unico corpo la diffetrenza tra la parte pubblica e quella privata. Nora parte dalla provincia, è una ragazza con tanta passione per la politica e la ha maturata in una giovinezza importante, con relazioni intense con la famiglia, con il padre che ora non c’è più. Possiamo dire che Nora è la ragazza che resta, rispetto ad Alice che è quella che parte. I piani si intrecciano, anzi sono più che intrecciati, in una dimensione fusionale: Nora mentre pensa alla lettera di suo padre fa il colloquio di lavoro, il piano pubblico e la dimensione privata vanno avanti parallelamente e l’indagine è quindi ugualmente difficile.
Vedendo anche quanto emerge dal libro, è possibile pensare ad una politica senza questi intrighi intorno cui ruota tutto oppure è utopistico?
Non è utopistico, anzi l’obiettivo è arrivare ad avere una struttura sana della democrazia e del potere inteso come responsabilità. In questi anni il sistema si è corrotto e questa corruzione fa sì che si autoalimenti il meccanismo non sano. I giovani che provano ad entrare in politica cercano prima di tutto di conoscere le cose, poi di dirle e raccontarle in modo chiaro. In fondo questo meccanismo si reitera da anni, era già strutturato dai tempi del caso Enimont. I soldi ora sono finiti, però, e lo strumento del ricatto è il sesso o la vita privata.
Rocco Della Corte