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4 Luglio 2019Prima della presentazione del suo romanzo “I leoni di Sicilia”, da settimana in cima alle classifiche dei libri più venduti, Stefania Auci ha rilasciato una breve intervista in cui più che soffermarsi sulla trama dell’opera ha analizzato aspetti ugualmente importanti come la ricerca delle fonti, l’ispirazione reale, i feedback ricevuti dalla critica e non solo e le figure femminili. Ecco cosa ha risposto all’ufficio stampa di “Velletri Libris”.
Stefania Auci, il suo è un volume molto grande e strutturato. Qual è stata la modalità di lavoro per la ricerca storica e delle fonti?
Esattamente come per una tesi di laurea, compreso l’apparato di note. Sono risalita tramite i testi alle notizie, poi li ho incrociati e con una ricerca ‘ad albero’ fin quando le fonti non si sono rimandate l’una con l’altra non ho finito.
Un metodo così scrupoloso quanto ha richiesto in termini di tempo?
Un anno solo di ricerca, tre anni in tutto per la scrittura e lo studio. Prima mi sono fatta un’idea, poi ho dovuto leggere tutto il materiale in un anno intero, approfondire blocco dopo blocco tutti i contenuti e poi tornare alle tesi iniziali.
Il coefficiente di difficoltà è stato alto?
Sì, e lo è a tutt’oggi con la stesura del secondo libro. Sembra di annegare in mezzo ai flutti…
Le classifiche dei libri più venduti però sono incoraggianti. Come ci si sente?
È bello, ogni volta me lo chiedono, e l’effetto è del tipo “ma sono io, sta succedendo a me?!”. C’è incredulità però è un’emozione intensa e va bene così, in fondo quello che ho fatto mi piace ed è stato un lavoro importante.
Fra le tante recensioni positive e i numerosi apprezzamenti, quale il complimento più bello?
Quando mia figlia mi ha detto “Sono molto orgogliosa di te”. Di complimenti ne ho ricevuti tanti e bellissimi, alcuni accostano questa storia al “Gattopardo”. Ringrazio tutti. Ma mia figlia che mi dice questo non ha prezzo…
Le figure femminili sono straordinarie in questo libro, ma Giulia è un personaggio esattamente presente con questi caratteri nella vita dei Florio? (Domanda a cura di Mariella Terra).
Sì, Giulia esiste veramente e ha questi aspetti. In realtà la sua vita è immersa nell’ombra, lei era molto riservata e molto timida. Per saperne qualcosa di più, e torno al discorso della prima domanda sulla ricerca storica, ho letto in un libro di Simone Candela pubblicato da Sellerio degli stralci di lettere familiari. Da quelle fonti si capisce la sua tranquillità, il suo essere all’ombra del marito. Di più non sappiamo, ma si capisce – perché le azioni parlano di noi – quanto fosse una donna resistente, coraggiosa e di grande umanità. È bello vedere le lettere che parlano, soprattutto quelle rivolte alla madre. Lei appare molto paziente, si rivolge a lei da figlia e vuole raccontare della salute, del figlio, ha un trasporto abbastanza significativo. Da questi stralci sono arrivata a pensare la figura di Giulia e sono contenta di come sia venuta, anche se ci sono dovuta passare più volte.
Rocco Della Corte
con il contributo di Mariella Terra del circolo dei lettori.