
Patrick McGrath, i fantasmi del passato e “La lampada del diavolo” a “Velletri Libris”
28 Luglio 2021
Enrico Ianniello con “Alfredino, laggiù” a “Velletri Libris”: “Una riflessione sull’empatia, capitale fuori moda”
2 Agosto 2021Patrick McGrath con “La lampada del diavolo” (La Nave di Teseo) descrive un viaggio all’indietro, nel passato e nei ricordi, effettuato a livello psicologico da un anziano poeta alla fine dei suoi giorni. In questo libro si condensano le esperienze dell’autore, da sempre attento alle sfaccettature intime e interiori dell’uomo: il protagonista dovrà guardarsi alle spalle e affrontare le verità più angoscianti.
Di fronte a una serata con tante domande da parte di un pubblico visibilmente interessato come reagisce uno scrittore alle sollecitazioni sulla propria opera?
Io sono felice di queste domande perché mi fanno pensare al mio lavoro e spesso sono anche originali, è un modo di rinfrescare il mio lavoro, per me è sempre molto interessante. Ci sono alcuni scrittori che sono assolutamente asociali, ma io non sono uno di quelli (sorride, ndR).
Tornare nel 1975 anno di ambientazione che tipo di ricerca ha sottinteso, vista a certosina ricostruzione di una realtà di cinquant’anni fa?
Io ho letto tutto quel che ho potuto, storie, biografie, giornali, saggi. Dovevo sentirmi sicuro di sapere quello che succedeva e lo stesso ho fatto anche in merito alla guerra civile spagnola, verso cui ci sono grandi riferimenti nel libro. Mi sono documentato in tutti i modi possibili.
Quello del protagonista si può definire un viaggio liberatorio dal punto di vista psicologico?
Sì.
A livello psicologico, come costruisce dei personaggi in stile Francis, che hanno dei tratti visibili dal punto di vista esteriore e altri che invece vanno intuiti?
È un processo lento. Si sviluppa giorno dopo giorno e proprio nell’atto di scrivere. Io non so quello che voglio dire, quello che dirò, ma nel processo della scrittura le immagini affiorano.
Ne “La lampada del diavolo Londra è uno sfondo o è protagonista della vicenda, data l’accuratezza con cui si menzionano luoghi, profumi, odori?
È uno sfondo, e io l’ho usato perché è uno sfondo a me molto familiare. La casa è quella mia moglie, a Cleaver Squadre, dove è ambientato il romanzo. E anche il giardino è quello. Ma il giardino di mia moglie non ospita il generale Franco! (sorride, ndR)
Si ringrazia l’interprete Olga Delia Padoa per il supporto nella traduzione.