Alan Friedman, il prezzo del futuro e la dura realtà: “Il mondo è complesso e servono soluzioni complesse”
1 Agosto 2022A “Velletri Libris” c’è Paolo Crepet con “Lezioni di sogni”
2 Agosto 2022“Il prezzo del futuro. Perché l’Italia rischia di sprecare l’occasione del secolo” (La nave di Teseo) è un libro che cerca, con la dovizia di particolari tipica di una inchiesta giornalistica, di dare risposte alle tante domande che ci si pone in questa particolare fase storica: quale sarà il danno della guerra in Ucraina? Come si affronterà la necessità delle riforme, nell’ottica della transizione ecologica?
In occasione della rassegna “Velletri Libris”, Alan Friedman nel presentare il libro ha tentato di dare delle risposte chiare ed esaustive pur specificando che non esistono soluzioni semplici a problemi tanto complessi. Grazie alla consapevolezza in materia, e con i contributi di ex premier, ministri, figure competenti è emerso un quadro dettagliato e ricco. Nell’intervista ESCLUSIVA rilasciata all’ufficio stampa della manifestazione di Velletri ha raccontato l’importanza di non perdere l’appuntamento elettorale del 25 settembre prossimo, che rappresenta davvero uno snodo cruciale.
Quale è il sistema economico più adatto per uscire da un periodo di crisi che stavolta sembra essere più seria del previsto? Qual è la situazione reale dell’economia italiana?
La situazione economica in cui l’Italia si trova ci vede a rischio recessione, come in tutta Europa e America. I tassi di interesse in aumento saranno un problema per le piccole imprese, per le famiglie, per i mutui e i prestiti bancari. C’è inoltre il problema dell’inflazione alle stelle, creato dal prezzo dell’energia e da Putin, che chiudendo i rubinetti fa schizzare i prezzi. L’inflazione in sé è molto devastante per imprese e famiglie. Inoltre c’è la guerra in Europa. La cosa più adatta sarebbe stata non far cadere il governo, ma ormai è troppo tardi.
Che impatto ha avuto la caduta del Governo Draghi sugli aspetti economici, politici e sociali?
È una tragedia per il paese, perché ciò che serve all’Italia sono 40 miliardi di euro all’anno e fino al 2026, ovvero i fondi del PNRR. Chi ha fatto cadere il governo sono populisti irresponsabili e chi si è prestato al gioco. Ottenere quei fondi è l’unico modo di evitare la recessione, e immettere cash nell’economia reale tenendo il livello di occupazione elevato. Ci vogliono le riforme, e le riforme richiedono serietà e continuità, non populismo.
Qual è il prezzo del futuro, allora?
Non vedo nulla di buono all’orizzonte perché se dovesse arrivare un governo di destra estrema con populisti e persone non competenti con la materia economica sarebbe molto complesso. Non credo che il partito di Giorgia Meloni sia competente, non credo che Salvini sia competente, Berlusconi conta di meno perché si è alleato con gli estremisti. L’unico modo per evitare questo è che la gente vada a votare per chi è serio e pragmatico il 25 settembre. Questo è il prezzo del futuro.
C’è la consapevolezza, da parte della gente e dei cittadini, sulla materia economica e sulle implicazioni derivanti da una crisi, al di là dell’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità?
Purtroppo la gente capisce solo quello che l’informazione spiega e mi spiace dirlo ma non c’è un’informazione chiara. Ho ascoltato solo, finora, caramelle elettorali: Berlusconi propone 1000 euro per i pensionati come 14 anni fa, ed è populismo di bassa lega. Idem Salvini con quota 100. Giorgia Meloni, per ciò che capisco, ha votato contro il PNRR al Parlamento Europeo.
A proposito di Parlamento Europeo: cosa manca all’Europa per essere un’unione politica reale?
L’Europa non può essere federale finché non si risolve la questione della votazione a maggioranza, come in democrazia. Finché un singolo paese può bloccarne le iniziative, c’è poca efficacia. Sembra che l’Europa faccia un passo avanti e due indietro. Sono però incoraggiato dal fatto che, con la pandemia e la guerra, per la prima volta si cominciano a vedere meno austerity e più solidarietà. Ma la strada è lunga e se arrivasse in Italia un governo sovranista ed euroscettico sarà un guaio anche per l’Europa, non solo per gli italiani.
Dall’altra parte del mondo come è vista l’instabilità politica italiana?
La scorsa settimana, discutendo in California con alcuni politici ed imprenditori, mi è stato chiesto cosa succede in Italia. “Ma come, per la prima volta gli italiani hanno un grande leader che sta valorizzando l’economia e lo buttano giù? Diventeranno come la Grecia?”, mi hanno chiesto. Io non credo che l’Italia diverrà come la Grecia, però spiegare questa instabilità è difficile. Dall’altra parte del mondo ancora si chiedono perché ci siano i neofascisti, io rispondo che si tratta di postfascisti perché la matrice è sempre Benito Mussolini.