Dal tennis alla vita, il “Match point” di Mara Santangelo a Velletri
30 Luglio 2017Intervista a Mara Santangelo: “Scrivere può aiutare a capire la meraviglia che sei”
31 Luglio 2017Appuntamento molto partecipato quello della domenica sera di “Velletri Libris”, la rassegna letteraria internazionale ideata dalla Mondadori Bookstore Velletri-Lariano in coproduzione con la Fondazione di Partecipazione Arte & Cultura Città di Velletri. Protagonista è stata la tennista e campionessa del mondo Mara Santangelo, al suo secondo libro, Match point, edito da Piemme. L’atleta di Latina, che ha raggiunto risultati importantissimi nell’ambito tennistico, dopo aver appeso la racchetta al chiodo si è molto impegnata nel sociale e nello sport, ricoprendo la carica di consigliere nella Federazione Italiana Tennis e rappresentante degli atleti nel Consiglio nazionale del CONI. Come ben sottolineato nell’introduzione di Ezio Tamilia, tuttavia, Match point – a dispetto del titolo e della prefazione di un nome di spessore come Gianni Rivera – non è un libro che parla di tennis, o almeno non solo. Quello che la Santangelo ha cercato di fare, infatti, esula dalla sfera sportiva ed include invece una serie di aspetti interiori e di sentimenti che lei ha vissuto nel suo difficile percorso di crescita, formazione, prima umano e poi sportivo. “Arrivare ad alti livello nel tennis era la mia promessa sin da bambina – ha dichiarato la tennista – e le difficoltà della vita mi hanno spinto, nonostante i momenti in cui mi sembrava tutto nero, a mantenerla. Questo libro si propone quindi di raccontare anche il sentimento nobile che è la paura, in relazione alle sfide sportive ma soprattutto a quelle che la vita, prima o poi, ti pone di fronte”. Nonostante i campioni spesso figurino sui giornali nazionali, in televisione, sui manifesti immortalati con istantanee delle loro vittorie, la sofferenza non risparmia neanche loro. Nel caso specifico, la vicenda personale della Santangelo con un grave lutto familiare e con un infortunio permanente è proprio il simbolo della volontà di non arrendersi: “Mi dissero che mai avrei potuto giocare ad alti livelli, dopo una visita che riscontrò dei problemi al piede. Ero disperata, ma non mi persi d’animo. Molte volte consideriamo sempre il bicchiere mezzo vuoto e non mezzo pieno, ed è tutta una questione psicologica. Ci sono dei modi, però, per allenare la mente: un esempio è il grande Nadal, che ha confessato di scriversi delle parole motivazionali sulla mano tra un set e l’altro. Io ho capito che esercitare la mente, non vergognarsi della paura, e delle proprie debolezze, è la strada giusta per non arrendersi”. Lo sport è passione, talento, carattere ma tante volte tutto ciò non è sufficiente a ‘sfondare’: quando si arriva a fare i conti con se stessi, ed essere costretti a dare il meglio di sé, come nel caso dell’impedimento fisico che avrebbe potuto precludere una carriera di vittorie alla Santangelo, la salvezza può arrivare dalla fede. Un viaggio a Međugorje, con l’aiuto di Paolo Brosio, e la richiesta di un segnale (“dopo essere stata fortemente arrabbiata con Dio”, ha dichiarato la tennista, molto vera e spontanea nel suo approccio con il pubblico) l’hanno portata a rivalutare il suo percorso di vita. Il segnale fu la sfida con il suo idolo di sempre, ma da allora la protezione del Signore l’ha accompagnata e resa più consapevole e serena. La promessa mantenuta di arrivare a livelli altissimi (tanti titoli, vittorie storiche ed emozioni a non finire) è stata possibile grazie alla fiducia ritrovata nella propria esistenza, e così la Santangelo ha voluto rivolgere al pubblico il suo invito a non perdersi mai d’animo: “Io credo che bisogni sempre credere fortemente nei propri obiettivi, e ascoltare ciò che la nostra interiorità ci suggerisce”. Alla domanda riguardante la decisione, da parte di molti campioni, di smettere anche in giovane età la risposta è stata molto particolare: “Fare sport, ma non solo, significa cercare e trovare sempre motivazioni in quello che si fa, credere nel raggiungimento di determinati obiettivi. Un campione, quindi, sente quando è il momento di smettere ed è inutile forzare la mano”. Negli ultimi anni, dopo la fine della carriera sportiva, la Santangelo sta lavorando molto anche con i ragazzi: “Molti giovani che incontro nelle scuole, in delle giornate stimolanti che mi arricchiscono tanto, sono disorientati. Dovremmo porci una domanda anche noi, se loro quando gli viene chiesto cosa vorrebbero fare da grande non hanno quasi mai una risposta”. “Io – ha continuato la tennista pontina – cito sempre il mio incontro con Bebe Vio, una donna straordinaria che mi ha dato forza e speranza con il suo modo di essere”. E proprio il messaggio di speranza e ottimismo di fronte alle prove ardue che la vita pone ha concluso l’incontro con una sorpresa inaspettata: tra il pubblico, infatti, si è alzata l’attrice di cinema, tv e teatro Adriana Russo (nota al grande pubblico per le sue interpretazioni in film famosissimi come Brutti, sporchi e cattivi, Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio, Caterina e le sue figlie per citarne solo tre nella lunga e prolifica carriera che l’ha vista anche esibirsi come cantante) per portare un saluto alla Santangelo e farle i complimenti per questo ultimo libro e per l’esposizione nell’evento veliterno. Alla fine, come di consueto, tanti fans per una foto, una copia firmata e una degustazione abbinata ad un buon calice di vino. L’organizzazione ha ringraziato gli sponsor Casale della Regina, Piana dei Castelli, Allianz Assicurazioni e Banca Popolare del Lazio e dato appuntamento all’ultima data prevista per agosto: giovedì 3, alle ore 21.00, sarà nel Chiostro della Casa delle Culture il Comandante Alfa che presenterà il suo libro Io vivo nell’ombra (Longanesi).
Rocco Della Corte