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“Come una famiglia” è una storia molto complessa. Ci può raccontare, in breve, la genesi di questo romanzo?
“Come una famiglia” è la storia della famiglia di Dario Corbo, un personaggio che molti lettori hanno incontrato ne “La ragazza sbagliata”, che si ritrova con un figlio alle soglie di una possibile carriera calcistica importante, una speranza del calcio italiano. Alcune società importanti stanno pensando di ingaggiarlo ma dopo una partita importante in un torneo internazionale, una serata in discoteca si conclude con una ragazzina al Pronto Soccorso con segni di violenza sessuale e fisica molto grave. Denuncia di essere stata picchiata e violentata da un ragazzo che gioca a calcio. La genesi è in queste poche parole, è una storia molto forte e importante che ho avuto voglia di scrivere perché mette una famiglia di fronte al sospetto terribile e dall’altra parte il protagonista ha dovere di difendere il figlio e proteggerlo anche da se stesso. Come una famiglia è una lunga lettera di Dario Corbo a un figlio accusato di violenza sessuale, si ricostruisce la vicenda tempo dopo e Corbo racconta cose che neanche lui sapeva…
Essendo un romanzo che parla di dubbi e interrogativi, quali sono i tratti psicologici più marcati di chi scrive questa “lunga lettera”?
Sicuramente i tratti di un padre dilaniato dal dovere di proteggere il figlio ed evitargli le cose più dure a cui può andare incontro, con pene gravi e un reato grave. Dall’altro lato c’è un uomo che si interroga sulla verità e sul fatto che se questa verità detta dal figlio sia raccontata per intero, se ci sia una verità non raccontata per paura e per difesa di qualcuno. È un labirinto di interrogativi in cui Corbo da padre e giornalista si mette, lo percorre con molta tenacia, con dolore e preoccupazione. Alla fine però ne esce…
Intimamente, Dario Corbo vacilla o non mette mai in discussione l’innocenza del figlio?
Parte con l’idea che il figlio non possa aver fatto niente del genere, perché non ha mai avuto condotte antisociali o violente. Da padre e con il raziocinio di chi ha conosciuto questo figlio, anche se lui è stato un po’ assente, ha la certezza che niente di ciò che si sospetta possa essere accaduto per mano del figlio.
Rocco Della Corte