Gianni Oliva a “Velletri Libris” racconterà gli anni “di piombo e di tritolo” del Novecento
26 Luglio 2019Intervista a Gianni Oliva: “Una collettività che ricorda i nomi dei carnefici e dimentica quelli delle vittime ha un corto circuito della memoria. Il mio libro? Per gli under 30”
29 Luglio 2019Un’altra bella serata per la rassegna internazionale di letteratura “Velletri Libris” alla Casa delle Culture e della Musica di Velletri. Ospite dell’appuntamento del giovedì è stato lo scrittore e giornalista Alessandro Robecchi, una delle firme più note e importanti del panorama editoriale italiano, autore del romanzo “I tempi nuovi” edito da Sellerio. Prima dell’atteso incontro con l’autore, il consueto spazio di anteprima riservato al Premio Velletri Libris ha visto protagonista Giordano Vecchietti con il suo racconto “Odysseus”, contenuto nell’antologia appositamente pubblicata con i lavori dei vincitori e intitolata “Per un pugno di storie” (L’Erudita). Dopo la presentazione di Aurora De Marzi, che ha fatto gli onori di casa dando il benvenuto alla folta platea, sono saliti sul palco Alessandro Robecchi ed Emanuele Cammaroto per iniziare la presentazione. Un giallo, che parte da un assassinio, e del quale si può svelare poco davanti al pubblico per non togliere il gusto e il sapore della lettura. Il dialogo si è quindi soffermato prima di tutto sulla città in cui è ambientato il romanzo, Milano: “Sono uscito un po’ dal centro, anche per sottolineare come a pochi metri di distanza vi siano quartieri completamente autonomi e diversi fra loro. Milano è fatta di gente comune, che guarda alla realtà. Lo scenario certe volte diventa quello che dà assolutamente adito alle teorie della tv spazzatura, come un mio personaggio dimostra”. Una digressione, quella sulle trasmissioni che si soffermano sul dolore rendendolo come se fosse uno spettacolo, molto cara a Robecchi: “Io faccio il giornalista da trenta anni, ma capisco perfettamente e delle volte sono anche d’accordo con chi critica i miei colleghi. Va sempre più di moda mettere in piazza il dramma, senza considerare che l’inchiesta stessa è un’altra cosa. I ritmi del giornalismo sono così diversi da quelli della televisione…”. Impossibile, dunque, non spiegare le differenze tra due forme di scrittura così difformi: quella rivolta al lettore di un libro, che coniuga la fantasia alla ricerca, e quella rivolta a chi sfoglia i giornali, sintetica e completa. Robecchi ha individuato nell’assenza di limiti la principale distinzione tra le due possibilità scrittorie: “Avere a che fare con la carta stampata significa adeguarsi alle quaranta, ottanta, centoventi righe. Io che scrivo praticamente tutti i giorni, tranne a Natale forse, con il romanzo non mi sento costretto dai limiti editoriali. Posso dilungarmi e soprattutto inventare le vite degli altri: penso che sia la cosa più bella che si possa fare, considerando che siamo ogni giorno a contatto con centinaia di vite”. L’autore crea quindi un vero e proprio rapporto con le sue creature, e lavora sui livelli di identificazione. Un altro nodo cruciale è quello della proprietà: “Oggi tutto è privatizzato, anche la rabbia. Negli anni settanta la rabbia era vissuta collettivamente e la usavamo per affermare i nostri diritti”. Questo processo di privatizzazione generalizzata porta sempre di più verso una visione individualistica della società – e il discorso ha ricordato, in parte, quello di Michela Murgia sulla letteratura degli eroi soli – e una visione del mondo disegnata per segmenti separati e distinti. Così, piuttosto che affrontare il problema della precarietà collettivamente, (precarietà materiale e relazionale: “dopo la guerra eravamo certi che i nostri figli avrebbero vissuto una vita migliore della nostra, oggi invece pensiamo al loro futuro con incertezza e preoccupazione”), andiamo alla ricerca del nemico da combattere (rapporto uno a uno). Al termine dell’interessantissimo dibattito, si è svolto come sempre il firma-copie e poi le foto ricordo a cura di Edoardo Amati. Per “Velletri Libris” un altro successo in attesa della serata di oggi con Gianni Oliva (ore 21 al Chiostro).
Rocco Della Corte