Intervista ad Amèlie Nothomb: “Gesù un eccellente eroe romanzesco, questo libro l’ho portato dentro di me per tanto tempo”
20 Luglio 2020Luca Bianchini nel giovedì di “Velletri Libris” presenterà “Baci da Polignano”
22 Luglio 2020A dialogare con Amèlie Nothomb ci ha pensato Angelo Di Liberto, giovane e affermato scrittore tra i più noti e apprezzati nel panorama editoriale. Non poteva esserci miglior relatore, poiché il dibattito – impreziosito dalle letture di Silvia Ciriaci e Arianna Zuccaro del Circolo dei Lettori – è stato estremamente stimolante ed è andato in profondità, consentendo al numeroso pubblico di fare un viaggio nel libro e fuori da esso, alla ricerca della consapevolezza, termine chiave individuato da Di Liberto nella brevissima intervista concessa a “Velletri Libris” dopo la presentazione.
Ha consigliato molto spesso questo romanzo, invitando il pubblico a leggerlo: perché?
Perché sai quanto io sia affezionato alla parola “consapevolezza”. “Sete” dona una consapevolezza nuova sulla figura di Cristo, ed è come se la donasse ad ognuno di noi. Nel senso che lo sguardo di Amèlie sulla figura del Cristo è nuovo, rinnovato e profondamente consapevole. Questo Cristo sente profondamente e tristemente la sua condizione di umanità. Andare così a fondo nell’incarnazione e nella percezione dell’umano potrebbe essere da stimolo anche per coloro che non guardano parti di sé: attraverso l’assoluta spontaneità e sincerità del Cristo possono finalmente guardare alle loro parti inesplorate.
In un punto preciso del romanzo, Cristo dice di sentirsi “maledettamente vivo”. Come commenteresti, sia a livello letterario che a livello tematico, l’espressione in quel contesto?
Usa questa espressione perché dice che più si è incarnati e più si è vivi. Fa anche un paragone con Giuda arrivando a far dire a Cristo che Giuda si comporta così perché è uno dei meno incarnati tra gli uomini. Se fosse cosciente e profondamente incarnato, sicuramente si comporterebbe in modo diverso.
È come se lo giustificasse?
No, direi che ne prende atto. Comprende il motivo e capisce profondamente in un’analisi introspettiva di Giuda, analisi ripetuta per tutti i personaggi, le sue istanze profonde. Il fatto di percepirsi così in profondità è espressione di vita.
Intervista a cura di Rocco Della Corte