Paolo Crepet dà “Lezioni di sogni” a “Velletri Libris”
7 Settembre 2022Lettera da una spettatrice di “Velletri Libris”: scrivere, leggere, ascoltare
8 Settembre 2022“Lezioni di sogni” (Mondadori) è un libro scomodo. Attraversa, infatti, tramite numerosi capitoli moltissime tematiche che compongono la nostra quotidianità. Non lo fa, però, con retorica o con senso di incoraggiamento: punta al contrario alla lucidità, alla ruvida realtà, al cinismo.
Paolo Crepet non ha bisogno di consenso: questo libro, come ben ribadito nell’intervista ESCLUSIVA rilasciata all’ufficio stampa della manifestazione “Velletri Libris”, punta a far riflettere le persone anche stravolgendo le loro convinzioni più radicate. Non stupisca, quindi, che alcune posizioni possono apparire assurde: leggendo con attenzione si può comprendere il punto di vista e persino aderirvi.
Il libro affronta un tema cardine, intorno al quale si sviluppano tutte le altre casistiche: quello della catastrofe educativa. Che tipo di ricerca è stata?
È stata una ricerca che non avrebbe bisogno di chissà quali indagini approfondite. Basta vedere quanto è accaduto negli ultimi trent’anni, vedere quali strumenti siano stati messi sulla scuola, quale fosse la capacità di spesa di un insegnante rispetto a venti anni fa. Insomma l’ABC economico e sociale. La scuola è il vero problema, ma questo lo dico io.
È un appello inascoltato, il suo?
Non gliene frega niente a nessuno, questa è la verità, perché anche in campagna elettorale ascoltiamo solo qualche battutina di cattivo gusto sulla scuola. Invece avrebbe bisogno di un progetto e di una visione, ci vuole coraggio per rovesciare tutto ciò.
A livello emotivo, nella società contemporanea, sono più a disagio i giovani o i meno giovani?
Sicuramente le persone anziane di più. Ma anche i ragazzi.
Le motivazioni sono diverse…
Il fatto è che non si può insegnare a non andare in piazza, a non incontrare gli amici, a non fare quattro chiacchiere. La vita è solo questo. Pensare che la vita sia dietro uno schermo è opera di un cretino. Io leggo tanto, forse troppo, e dico che la stampa dà troppo spazio a presidi che si affrettano a dire che prima andava fatta la DAD per il covid e ora la settimana corta per la crisi energetica.
I social sono diventati prima indispensabili, adesso rischiano di essere nocivi?
Sì. Se i nostri politici leggessero quello che ha scritto il New York Times con l’inchiesta sul rapporto di dolore, disagio e sofferenza degli adolescenti dovuti ai social… In America sono nati i social ma capiscono quanto si rischia con i social, qui ci mostriamo provinciali.
In cosa consiste il metodo Crepet?
È solo la mia esperienza, il mio cuore, la mia anima, la mia pancia. Metto tutto quello che ho, non ho interesse ad avere un consenso. Per me questo libro si può vendere molto o per niente, non mi cambia la vita e lo dico con sincerità. Poi se si vende son contento, non sono un ipocrita, ma non ho fatto un libro perché piacesse.
Possiamo dire che alcuni libri serve che non piacciano, da un punto di vista della scomodità?
Certo. È un libro che se si legge fa fermare il sangue. Ci vuole coraggio, in questo paese, a dire che non bisogna lasciare un’eredità ai nostri figli. Un’eredità morale sì, economica no. Bisogna metterli in condizione affinché esprimano il loro valore, la loro progettualità, e che vengano quindi sostenuti per questo.