
Intervista a Paolo Crepet: “La scuola ha bisogno di un progetto e di visione”
8 Settembre 2022
Voce ai premiati: Nicola Sgaramella, autore di “Mamma son tanto felice”
8 Settembre 2022Ospitiamo sul nostro sito una lettera giuntaci da una nostra spettatrice e lettrice, che ci ha chiesto gentilmente di dar voce alle proprie emozioni e sensazioni scaturite dalla serata con Domenico Starnone, Paolo Di Paolo, Diego De Silva, Eugenio Murrali e con i vincitori del Premio 2022. Ringraziamo di cuore l’autrice di queste righe, che ci riempiono di gioia e motivazione nel proseguire su questa rotta.
Una rassegna ed un concorso letterario nel 2022.
La scrittura, fuoco sacro. Scrivere come terapia, come arte per sé stessi, come amore per sé stessi, come organizzazione e memoria del pensiero e della vita. E scrivere come grido sommesso di comunicazione al mondo.
L’evento del 3 settembre di Velletri Libris, con premiazione dei vincitori del Concorso e conversazione letteraria, alla presenza, fra gli altri, di Domenico Starnone, professore e scrittore prolifico, che ha messo in scena in molti suoi libri piccoli e grandi spaccati divertenti o amari della vita scolastica. Lo ha fatto in modo così accurato da aver dato forma ad un immaginario collettivo relativo al palcoscenico della Scuola, che segue situazioni, tipologie e maschere ricorrenti, che ben conoscono gli “addetti ai lavori” e cui lui ha dato voce nei suoi libri con acume, ironia e leggerezza.
Non a caso ha ispirato con grande naturalezza ed efficacia dei bei film. Conversazione letteraria, riflessioni, commenti, emozioni, spunti di vari tipi. In ognuno dei presenti, come sempre accade, sono arrivati tanti semi di idee che avranno un loro fiorire, inevitabilmente. I perché e i modi della scrittura, della lettura, dell’essere insegnanti, della “napoletanità”, della solitudine e della socialità, della pesantezza e della leggerezza del vivere, dei modi di affrontare le tempeste collettive ed individuali del mondo, di come e a cosa dedicare il nostro tempo, del valore dell’impegno e dello sforzo silenzioso durato tanto e poi fiorito in un battibaleno, dei Valori…. E tanto altro.
Il professor Domenico Starnone diceva che il ricordo è un sogno sulla realtà vissuta, che necessariamente cambia e mistifica la realtà stessa. Più o meno inconsapevolmente. È dire la realtà come “ce la vogliamo raccontare”, come vogliamo consegnarla alla memoria altrui e nostra. E, allora, scrivo per consegnare a me, a chi mi ha conosciuta e al mondo la versione più fedele possibile di questa mia interpretazione della realtà.
E per lasciarla anche alla me stessa di domani, di fra un mese, un anno o chissà, perché più passano minuti, ore, giorni, anni e più la mistificazione involontaria ed inevitabile della realtà diventa sofisticata, e più diventa difficile riconoscere e conservare il vero dispiegarsi degli eventi. Anche per sé stessi. E allora “ricordare” il vero diventa qualcosa di sfuggente e non necessario.
Ed anche ciascuno degli autori premiati per il loro racconto dalla giuria di Velletri Libris, alcuni esordienti, alcuni già conosciuti e nessuno alle prime armi, ciascuno di loro ha portato li sul palco, durante i pochi istanti in cui si è esposto a dire a voce qualche parola e qualche ringraziamento, ciascuno ha portato un pezzetto della sua interpretazione della realtà e della mistificazione che ne ha fatto con la scrittura, che è invenzione e ricordo insieme. E ciascuno ha mostrato, con le parole, con gli sguardi, a volte fermi, a volte sfuggenti, a volte consonanti, a volte dissonanti, come, per chi scrive, lo scrivere sia innanzitutto un bisogno necessario, terapeutico, catartico e in sé meraviglioso.
Quasi un atto di autoedonismo, che giustifica il tempo e le energie che ciascuno vi dedica, spesso notturne, spesso rubate a mille esigenze concrete, eppure ineliminabile.
Ed è bello vedere come un premio, un momento di popolarità e di esposizione mediatica possa essere il regalo inaspettato per ciascuno di quegli scrittori, insieme al veder viaggiare per il mondo il loro “figlio”, il prodotto della loro scrittura, come dotato di una vita autonoma e sicuramente capace di arrivare, chissà dove, chissà quando, proprio a qualcuno che ne aveva bisogno, che aveva bisogno di leggere quelle parole e quella storia. Mauro De Mauro sottolineava che ci è una folta comunità scrivente, un numeroso popolo di scrittori solitari, moltissimi in incognito, moltissimi non si riveleranno mai, ma continueranno a scrivere per sé e per necessità.
Quale valore enorme può avere un concorso che investe sugli scrittori esordienti, che li invita ad uscire dal guscio, ad alimentare la passione ed il talento. E, come ricordava Aurora, da sempre perfetta fatina che aleggia delicata ed efficace negli Eventi Velletri Libris e letterari di Velletri, se c’è una comunità scrivente, uno per tutti e tutti per uno, ricordiamoci di leggere per nutrire questa comunità, per nutrirci. Perché ogni lettura è una scoperta, un conforto, una liberazione ed una scommessa sul futuro. Guardiamolo con leggerezza il futuro, invitava il professor Starnone, anche se la realtà intorno a noi ci viene raccontata come molto complicata, possiamo procedere con ottimismo e serenità, perché abbiamo la possibilità di addestrarci ed organizzarci dentro per saperla affrontare. Perché, come nel suo gioco di parole più volte ricordato, in ogni “Labilità” è presente comunque la sensibilità e “L abilità” per superarla.
Grazie a tutti coloro che si sono spesi per questi eventi, che portano nutrimento e lustro alla nostra comunità cittadina. Grazie a chi legge, perché lettori e scrittori si alimentano a vicenda e sono legati a doppio filo. E grazie a tutti coloro che si dedicano allo scrivere, perché, come è stato più volte sottolineato, scrivere è individuale ed intimistico, ma diviene comunque collettivo e sociale.
Anche grazie a manifestazioni ed eventi come questo.
Romilda Mainolfi