
Voce ai premiati: Alessandro Manzi, autore di “Palinsesto” (Menzione speciale “Luca Serianni”)
10 Settembre 2022
Voce ai premiati: Luisa Patta, autrice di “Il vecchio appartamento”
10 Settembre 2022Il Premio “Velletri Libris” si propone di dare voce alle scrittrici e agli scrittori, esordienti o meno, che propongono alla giuria racconti di qualità. La formula del racconto, infatti, è apparentemente più semplice ma nasconde molteplici insidie a livello di trama, stile, registro e tema. Marica Ciaprini, con il suo “Oliver”, è una delle vincitrici dell’edizione 2022 e nel pre-serale della cerimonia di proclamazione svoltasi a Velletri, nella cornice del Chiostro della Casa delle Culture e della Musica, ha raccontato sia la sua esperienza letteraria che quella relativa al singolo racconto presentato in concorso.
“Oliver”: un racconto che nasce spontaneamente oppure è frutto di un’esperienza precisa?
Questo è un racconto che nasce come dialogo interiore tra me e me. In realtà i personaggi, la bambina e il pagliaccio, sono la mia parte luce e la mia parte ombra. È un dialogo tra la Marica bambina e la Marica adulta, dove la Marica adulta ovviamente ha una parte in ombra molto spiccata e ogni tanto ha bisogno di dialogare con la parte fanciulla.
L’ispirazione, in generale, come l’accompagna durante l’attività di scrittura?
Deve essere una urgenza di raccontare qualcosa. Tramite il racconto trovo me stessa, quando parti di me vengono fuori devo trascriverle.
C’è sempre l’idea di una ricerca interiore?
Assolutamente, per me la scrittura è ricerca interiore. Non è una velleità stilistica e basta.
Che forme narrative ha percorso in passato e come si trova più a suo agio nella scrittura?
Sicuramente il racconto è una frazione più breve ed è il mio strumento principale. Adesso sto cercando di approcciarmi a un romanzo dove faccio più fatica perché c’è bisogno di una struttura narrativa diversa, occorre riguardare bene ogni passaggio.
Scrittori preferiti, italiani o stranieri, contemporanei o no?
Passo da Oscar Wilde che ovviamente è a livello di ricerca interiore un modello cui ispirarsi al contemporaneo italiano Matteo Bussola, perché ha una scrittura asciutta che mostra una realtà che magari abbiamo sempre avuto davanti agli occhi ma non avevamo notato. Mi piace molto il sentimento che mette su carta.
Anche il romanzo in produzione muoverà dalla ricerca interiore?
Sì, sempre. Il romanzo a cui sto lavorando è “Il viaggio dell’eroe”, dove l’eroina parte da un momento difficile e dopo la famosa chiamata parte per l’avventura e vive la sua trasformazione.
Interviste ai premiati a cura dell’ufficio stampa del Premio “Velletri Libris”