Il Premio “Velletri Libris” si propone di dare voce agli scrittori, esordienti o meno, che propongono alla giuria racconti di qualità. La formula del racconto, infatti, è apparentemente più semplice ma nasconde molteplici insidie a livello di trama, stile, registro e tema. Giorgia Del Segato, con il suo “Le parole in terra”, è una delle vincitrici dell’edizione 2022 e nel pre-serale della cerimonia di proclamazione svoltasi a Velletri, nella cornice del Chiostro della Casa delle Culture e della Musica, ha raccontato sia la sua esperienza letteraria che quella relativa al singolo racconto presentato in concorso.
Conosciamo l’autrice: ha già altre esperienze di scrittura e in che campo si muove, preferibilmente, nel racconto, nel romanzo o in altri settori?
Questo è il primo concorso a cui partecipo, non ci avevo mai provato prima. Però faccio parte di un corso di scrittura, da tre anni, e con queste lezioni cerco di migliorarmi sempre.
Com’è nata la scintilla che ha portato alla scrittura di questo racconto?
Il racconto nasce all’interno di questo corso di scrittura, con uno specifico progetto. In particolare sono partita da un tassello fondamentale per me, le parole e l’importanza di sceglierle, come viene ripetuto più volte nel testo. Una mia caratteristica nella scrittura è avere difficoltà all’inizio, con il mostro della pagina bianca, ma nel momento in cui inizio poi sono un fiume in piena.
Quanto c’è di autobiografico nella scrittura di questo racconto?
Sicuramente devo fare una distinzione tra la scrittura in generale e questo racconto. Qui non c’è niente di autobiografico, se non dei piccoli ricordi. Carolina, la protagonista, non sono io. Quella raccontata non è la storia della mia famiglia. Molto spesso però mi capita di scrivere cose autobiografiche, però cerco di allontanarmene e lavorare sull’idea.
Perché?
Ho paura che possa diventare una scrittura di solo sfogo. Vorrei provare a spaziare di più, a giocare di fantasia.
Qual è la funzione della letteratura? Sociale, terapeutica, di intrattenimento?
Per me scrivere era un sfogo, ora non lo è. Mi piace e sento il bisogno di farlo, ma è faticoso. Ho imparato a pensare ai lettori, mentre all’inizio non lo facevo e pensavo solo a mettere su carta le idee. Con il passare del tempo e con la mia formazione sto cercando di pensare ai lettori rendendoli coinvolto.
Scrittore preferito?
Le mie scrittrici preferite, italiane, sono donne: Elena Ferrante e Nadia Terranova.
Interviste ai premiati a cura dell’ufficio stampa del Premio “Velletri Libris”
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