
Voce ai premiati: Luisa Patta, autrice di “Il vecchio appartamento”
10 Settembre 2022
Corrado Augias ha raccontato la fine dell’Impero a “Velletri Libris”
12 Settembre 2022Il Premio “Velletri Libris” si propone di dare voce agli scrittori, esordienti o meno, che propongono alla giuria racconti di qualità. La formula del racconto, infatti, è apparentemente più semplice ma nasconde molteplici insidie a livello di trama, stile, registro e tema. Davide Di Finizio, con il suo “Un canto inascoltato”, è uno dei vincitori dell’edizione 2022 e ha inoltre meritato la menzione speciale dedicata al grande Fernando Cancellieri, mecenate e uomo di cultura. La menzione è stata assegnata dalla Giuria e donata dalla Fondazione Cancellieri. Di Finizio, che ha già all’attivo numerose vittorie in premi letterari, nel pre-serale della cerimonia di proclamazione svoltasi a Velletri, nella cornice del Chiostro della Casa delle Culture e della Musica, ha raccontato sia la sua esperienza letteraria che quella relativa al singolo racconto presentato in concorso.
Un racconto molto forte, una tematica importante: è una finzione narrativa oppure una vicenda realmente accaduta?
Una domanda non semplice. È una storia di fantasia, una finzione narrativa, però si basa sulla mia esperienza didattica. Io sono un docente di Liceo, per cui osservo in classe varie problematiche e le affronto adottando una voce narrante diversa, quella della ragazza.
Molto bello che il racconto non cada nella retorica, pur toccando un argomento delicato come quello del bullismo.
Ho cercato di evitare in tutti i modi l’aspetto didascalico. Può essere un racconto didattico, ma non didascalico. Era facile cadere nella retorica, però spero di essere riuscito a schivare questo pericolo.
Non è una prima esperienza, ha avuto altri premi anche illustri…
Diversi, sì. Ho anche una segnalazione al Premio Calvino della scorsa edizione per un romanzo. Quindi mi sono occupato anche di narrativa di più ampio respiro.
Quanto la professione di docente dà spunti e ispira la scrittura?
La didattica c’entra sempre, la mia professione influisce molto. Infatti amo molto Starnone, è stato un riferimento per me. Non amo definirmi uno scrittore, più un docente che scrive, ma le vedo come attività complementari: l’insegnamento letterario e la scrittura sono due facce della stessa medaglia.
Autori preferiti del 900?
Ce ne sarebbero tantissimi. Sicuramente Dostoevskij ma anche Philip Roth, docente scrittore che forse ha affinità con Starnone. Penso comunque che ci siano tantissimi riferimenti.
Avendo scritto sia romanzi che racconti, in quale veste si sente più a suo agio?
Difficile a dirsi, sono forme diverse. Il racconto sembra più semplice in apparenza, il romanzo ha dinamiche differenti. A modo mio sono a mio agio in entrambe.
Menzione speciale a Davide Di Finizio: Con delicatezza e garbo il racconto affronta una tematica delicata senza mai scivolare nella retorica. La narrazione si snoda, argomento dopo argomento, in maniera lineare e coerente accompagnando nel percorso di dura formazione la protagonista, capace di convertire la voglia di morire in coraggio e forza di reazione.
Interviste ai premiati a cura dell’ufficio stampa del Premio “Velletri Libris”