Premio Velletri Libris, intervista a Laura Licata autrice di “Ritratto di zia Concetta”

La prima domanda riguarda la trama del suo racconto, come la descriverebbe senza svelare troppo a chi non lo ha letto?

Il racconto parla di una donna nata negli anni Sessanta che a causa di una malattia ha avuto qualche ritardo mentale. All’epoca, però, il ritardo mentale non era come adesso. C’erano degli specialisti ma spesso veniva nascosto e io ho scritto tutto quello che lei avrebbe potuto provare dal punto di vista umano e interiore, ciò che viveva dentro e ciò che viveva fuori.

Riguardo alle sue esperienze di scrittura precedenti, quali sono i generi in cui si è cimentata e quali predilige?

Ho avuto esperienze di scrittura con romanzi rosa oppure con racconti, racconti di donne con le loro difficoltà e i loro traumi.

Maestre e modelli che l’hanno ispirata da un punto di vista letterario?

Per i racconti un po’ Camilleri e un po’ Pirandello, perché parliamo di donne siciliane protagoniste dei loro testi. Quindi, mentre per i racconti rosa direi Lucinda Riley.

Un sogno nel cassetto dal punto di vista letterario?

A me piace più il giornalismo e di conseguenza prediligo una scrittura più stringata. Però certamente sarebbe un sogno pubblicare con una casa editrice importante.